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Intervento di chirurgia laser agli occhi: la guida completa

Operazione con laser

La chirurgia laser agli occhi rappresenta oggi una delle innovazioni più importanti dell’oftalmologia moderna.

Grazie a tecniche sempre più sofisticate, milioni di persone hanno potuto ridurre o eliminare la dipendenza da occhiali e lenti a contatto, recuperando una visione naturale e nitida. Si tratta di un intervento sicuro, rapido e minimamente invasivo, ma che richiede un’attenta valutazione preliminare e una scelta consapevole della tecnica più adatta al singolo caso.

In questa guida analizziamo cos’è la chirurgia laser agli occhi, chi può sottoporsi a questo tipo di trattamento, quali sono gli esami preoperatori indispensabili, le principali tecniche disponibili e i risultati che ci si può realisticamente attendere.

Cos’è l’intervento di chirurgia laser agli occhi

L’intervento di chirurgia laser agli occhi è una procedura che permette di correggere i principali difetti visivi: miopia, ipermetropia, astigmatismo e, in alcuni casi, anche presbiopia. L’obiettivo è migliorare la qualità della vista senza la necessità di ausili esterni, rimodellando la cornea con estrema precisione grazie all’impiego del laser.

Il principio alla base è quello della rifrazione (da cui prende il nome la chirurgia refrattiva): modificando la curvatura corneale, si consente alla luce di mettere a fuoco correttamente sulla retina, eliminando o riducendo il difetto. A seconda della condizione visiva, il laser rimuove sottilissimi strati di tessuto corneale in zone mirate, con una precisione di pochi micrometri.

Negli ultimi decenni la tecnologia è evoluta in maniera straordinaria. Dalla LASIK tradizionale degli anni ’90 si è arrivati a metodiche all’avanguardia come FemtoLASIK e SMILE, che garantiscono maggiore sicurezza, tempi di recupero più rapidi e un’esperienza post-operatoria molto più confortevole per il paziente.

Chi è idoneo: criteri e valutazioni

Non tutti possono sottoporsi a un intervento di chirurgia laser agli occhi, e stabilire l’idoneità è uno degli aspetti più importanti del percorso.

L’età rappresenta un primo fattore: di norma è necessario avere almeno 18 anni, ma soprattutto è fondamentale che il difetto visivo sia stabile da almeno un anno. Correzioni in continua variazione possono compromettere il risultato e favorire una regressione post-operatoria.

Lo spessore e la morfologia della cornea sono altre variabili decisive. Una cornea troppo sottile o irregolare può rappresentare una controindicazione, poiché il laser agisce proprio su questo tessuto.

La presenza di patologie oculari come cheratocono, glaucoma non controllato o cataratta precoce può limitare o escludere la possibilità di intervento. Anche condizioni come la secchezza oculare severa devono essere valutate e trattate prima di procedere.

Lo stato di salute generale è altrettanto rilevante. Malattie sistemiche non compensate, come il diabete, o patologie autoimmuni possono interferire con la cicatrizzazione e la stabilità del risultato.

Infine, è importante che il paziente abbia aspettative realistiche: la chirurgia laser migliora la visione in modo significativo, ma non assicura la perfezione assoluta in tutte le condizioni.

Esami preoperatori indispensabili

Prima di programmare l’intervento, è necessario sottoporsi a una serie di esami diagnostici approfonditi.

La topografia e la tomografia corneale mappano la superficie della cornea e il suo spessore, individuando eventuali irregolarità e alterazioni precoci.

La pachimetria misura lo spessore corneale, dato fondamentale per stabilire quanta parte di tessuto può essere rimossa senza compromettere la stabilità strutturale.

La pupillometria valuta il diametro della pupilla in diverse condizioni di illuminazione: pupille particolarmente ampie al buio possono aumentare il rischio di aloni o bagliori notturni.

Il film lacrimale viene analizzato per valutare quantità e qualità delle lacrime, poiché una produzione insufficiente può causare discomfort e secchezza dopo l’intervento.

L’esame del fondo oculare e la misurazione della pressione intraoculare consentono di escludere patologie retiniche o glaucomatose che controindicherebbero la chirurgia.

La combinazione di questi esami, unita alla visita oculistica completa e alla raccolta della storia clinica del paziente, permette di stabilire la strategia chirurgica più sicura e appropriata.

Intervento laser agli occhi
Operazione con laser – leonardo.it

Tecniche disponibili e differenze pratiche

La chirurgia laser agli occhi comprende diverse tecniche, ognuna con caratteristiche specifiche.

La PRK (Cheratectomia Fotorefrattiva) è una tecnica di superficie che prevede la rimozione dell’epitelio corneale prima di intervenire con il laser ad eccimeri. È utilizzata soprattutto quando lo spessore corneale è ridotto o nei pazienti che praticano sport di contatto. Ha il vantaggio di non richiedere tagli corneali profondi, ma comporta tempi di recupero più lunghi e un maggior discomfort iniziale.

La LASIK e la sua evoluzione FemtoLASIK rappresentano lo standard di riferimento. Prevedono la creazione di un sottile lembo corneale che viene sollevato per permettere al laser ad eccimeri di rimodellare lo stroma sottostante. L’impiego del laser a femtosecondi ha aumentato la precisione e la sicurezza della procedura. Questa tecnica assicura un recupero visivo molto rapido e un elevato comfort post-operatorio.

Lo SMILE (Small Incision Lenticule Extraction) è la tecnica più innovativa. Prevede la creazione all’interno della cornea di un lenticolo di tessuto, che viene estratto tramite una micro-incisione di pochi millimetri. È un metodo mini-invasivo, che non richiede la creazione di un lembo e riduce il rischio di secchezza oculare, con tempi di recupero molto rapidi. È indicata soprattutto per miopia e astigmatismo.

Per chi desidera saperne di più sulla tecnica SMILE — come funziona, quali vantaggi offre e perché è considerata così innovativa — puoi leggere questo utile approfondimento sul sito di Leonardo: La chirurgia refrattiva permette ai pazienti di recuperare la vista con la tecnica Smile.

In sintesi, la PRK è ideale per cornee sottili o condizioni particolari, la FemtoLASIK è la soluzione più versatile e diffusa, mentre lo SMILE rappresenta la nuova frontiera della chirurgia refrattiva per chi cerca un approccio mini-invasivo e un recupero estremamente veloce.

Risultati attesi e qualità della visione

Le percentuali di successo della chirurgia laser agli occhi sono molto elevate. Oltre il 95% dei pazienti raggiunge una visione pari o superiore ai 10/10 senza l’uso di occhiali o lenti.

Il recupero visivo dipende dalla tecnica scelta. Dopo PRK occorrono alcune settimane per la stabilizzazione completa, mentre con FemtoLASIK e SMILE il miglioramento è evidente già dopo 24-48 ore.

Gli effetti collaterali più comuni sono generalmente transitori: secchezza oculare, aloni notturni, sensibilità alla luce e piccole fluttuazioni visive. Nella maggior parte dei casi si risolvono spontaneamente nei mesi successivi.

La durata dei risultati è solitamente stabile e permanente, ma l’evoluzione naturale dell’occhio con l’età (presbiopia, cataratta) può influenzare la qualità della visione nel tempo.Per comprendere meglio le tecnologie ad oggi disponibili e i risultati pratici che si possono ottenere, puoi consultare questa pagina, che offre una panoramica aggiornata e dettagliata offerta da Vista Vision Group.

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ultimo aggiornamento: 20 Agosto 2025 12:50

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